La malattia implantare Perimplantite
La perimplantite è un’infezione prevalentemente di origine batterica che colpisce prima le gengive dando origine alla mucosite perimplantare e, in mancanza dell’intervento del dentista o dell’igienista dentale, progredisce spingendosi più in profondità seguendo la linea dell’impianto dentale e determinando il progressivo riassorbimento dell’osso ad esso circostante causando, quindi, l’instabilità dell’impianto stesso che è destinato a cadere.
La perimplantite e la parodontite hanno in comune la maggior parte dei batteri responsabili delle due patologie ed anche alcune terapie (cure) che andremo a descrivere nei paragrafi successivi.
Quali sono le cause della perimplantite ?
I batteri che causano l’infezione che da origine alla perimplantite convivono già all’interno del cavo orale in una sorta di equilibrio numerico, non provengono dall’esterno. A causa di diversi fattori (scarsa igiene orale, sbalzi ormonali, terapie invasive o patologie sistemiche come il diabete) tale equilibrio viene a mancare e la quantità di batteri patogeni aumenta formando la placca dentale.
Gli agenti patogeni all’interno della placca tendono a consumare carboidrati rilasciando acidi che provocano l’infezione delle gengive e la loro infiammazione. Fino a questo momento, gli impianti dentali non sono ancora stati intaccati e tutto rimane a livello gengivale; in parodontologia si identifica questa situazione con il termine di mucosite perimplantare che è ancora reversibile ovvero completamente curabile.
In mancanza dell’intervento del dentista o dell’igienista dentale, i batteri che sono causa dell’infezione, si spingono più in profondità e la mucosite diventa perimplantite.
I tessuti che circondano l’impianto dentale, tessuti molli e osso mascellare, sono interessati dall’infiammazione che ne determina un lento ed inesorabile riassorbimento il quale, a sua volta, innesca un’eccessiva mobilità dell’impianto.
Non avendo più la necessaria quantità di osso che ne garantisce la stabilità, l’impianto è destinato a cadere compromettendo il restauro protesico (capsula dentale o protesi fissa su impianti).
La perimplantite è solo uno dei potenziali problemi con gli impianti dentali e può essere determinante per il loro fallimento (erroneamente detto “rigetto dell’impianto dentale”).
All’inizio dell’articolo abbiamo detto che la perimplantite è causata prevalentemente da batteri ma questo non è il solo fattore eziologico scatenante poiché esiste anche la perimplantite da trauma occlusale ciò significa che il lavoro che l’odontotecnico ha fatto per eliminare il più possibile le tensioni meccaniche che si instaurano quando la protesi dentaria viene connessa agli impianti dentali, non ha dato i risultati voluti. Tecnicamente siamo difronte ad una passivazione insufficiente o scorretta.
Perimplantite con impianti osteointegrati e impianti sottoperiostei
Impianti sottoperiostei
Gli impianti sottoperiostei si differenziano da quelli osteointegrati poiché non vengono inseriti nell’osso ma appoggiati ad esso creando un’ampia incisione a livello gengivale e collocando gli impianti stessi (o meglio, la loro base o griglia) tra l’osso mascellare ed il periostio (la membrana di tessuto connettivo che riveste le ossa).
L’implantologia iuxtaossea che si avvale di questo tipo di impianti è praticamente stata abbandonata a favore di quella osteointegrata che offre risultati superiori e più duraturi.
Impianti osteointegrati
Gli impianti endossei o osteointegrati sono inseriti quasi totalmente nell’osso e la loro parte emergente è minima.
In caso di perimplantite con impianti sottoperiostei, i batteri responsabili, una volta superato il tessuto gengivale, hanno a disposizione tutta la base dell’impianto che non è immersa nel tessuto duro e possono quindi colonizzare tutto il metallo a disposizione. Il risultato di tale ’attacco batterico è una perimplantite che coinvolge immediatamente tutta la superficie su cui poggia l’impianto sottoperiosteo.
Quando la perimplantite appare, invece, in pazienti che si sono sottoposti ad implantologia osteointegrata (che prevede l’inserimento dell’impianto dentro l’osso in posizione verticale o perpendicolare al mascellare), la parte di osso coinvolta dall’infezione è circoscritta a quella in prossimità della vite di titanio.
Riassumendo
Con gli impianti sottoperiostei abbiamo una perimplantite orizzontale che devasta molto rapidamente l’osso su cui poggia poiché esso è totalmente scoperto mentre, con gli impianti osteointegrati si sviluppa la perimplantite verticale poiché la patologia segue la linea verticale della vite.
Sintomi
I sintomi della perimplantite sono molto simili a quelli della parodontite che, nella fase detta gengivite interessa i soli tessuti molli mentre nella fase parodontale vera e propria colpisce anche l’osso. Il dolore è una componente non necessariamente presente ed assolutamente soggettiva.
Sintomi mucosite perimplantare
A questo stadio, la perimplantite, con il nome di mucosite, interessa solo i tessuti gengivali che stanno attorno all’impianto dentale. I sintomi più caratteristici sono l’arrossamento della mucosa ed il sanguinamento spontaneo a causa dell’infiammazione.
Sintomi perimplantite
Superato lo stadio precedente, l’infezione arriva all’osso mascellare causandone il progressivo riassorbimento.
Ai sintomi summenzionati, dobbiamo aggiungere la possibilità di formazione di pus (suppurazione), una costante profondità di sondaggio parodontale e sensazione di dolore più o meno moderato nel caso in cui il dentista proceda con la percussione del sito a scopo diagnostico (picchietta la capsula con lo specchietto).
Il riassorbimento dell’osso è chiaramente visibile e quantificabile attraverso un normale esame radiologico (lastra endorale o panoramica), si osservano evidenti radiotrasparenze.
Terapie
Esistono differenti metodologie per curare la perimplantite e, a tutt’oggi, nessuna sembra poter essere detta migliore di altre, tutto dipende dall’esperienza del dentista e dalla sua predilezione per una terapia piuttosto che per un’altra.
In linea di massima, quando la perimplantite è ancora allo stadio di mucosite ovvero non ha ancora intaccato l’osso, la terapia più adatta è quella non-chirurgica affidata all’igienista dentale mentre se l’osso è chiamato in causa, l’adozione di pratiche chirurgiche è inevitabile.
L’implantologia moderna si avvale di nuovi strumenti terapeutici come il laser per curare la perimplantite e strumenti come iBrush per decontaminare la superficie implantare.
Prevenzione
Prima di inserire gli impianti dentali
La prevenzione della perimplantite inizia ancora prima che gli impianti dentali vengano inseriti in bocca. In altre parole, quando il dentista procede con la valutazione circa la possibilità di adottare gli impianti dentali e protesi per risolvere il problema della mancanza di uno o più denti, egli deve necessariamente tenere presente anche la tendenza del paziente ad essere soggetto a parodontite.
Nel caso in cui poi, la malattia parodontale si già presente nel cavo orale del paziente, è di fondamentale importanza non procedere con l’implantologia poiché il tasso di fallimento degli impianti dentali sarebbe molto alto. E’ essenziale, invece, procedere con la bonifica della bocca e con la decontaminazione dei denti naturali poiché i batteri responsabili della parodontite possono facilmente migrare da un dente ad un impianto e dar vita così alla perimplantite.
Dopo l’inserimento degli impianti
Dopo la bonifica della bocca ed ultimato l’intervento di implantologia, è necessario che il paziente sia inserito in un programma di prevenzione che prevede appuntamenti trimestrali per il controllo dei tessuti in modo da permettere al dentista di intervenire in tempo in caso di nuovi focolai di infezione
Una volta diagnosticata, la perimplantite è una di quelle patologie molto complicate da debellare completamente se non attraverso procedure di chirurgia orale alquanto invasive ed anche in quest’ultimo caso non è detto che ci si riesca pienamente. Da quanto detto, va da se che la prevenzione è la prima linea di difesa che possiamo mettere in atto per scongiurare il peggio.
In quest’ottica, l’igiene orale domiciliare praticata dal paziente, previa educazione alla stessa da parte del dentista o dell’igienista dentale, e gli appuntamenti per la pulizia professionale della protesi e degli impianti sono di fondamentale importanza per far durare a lungo i restauri protesici.
La cura della perimplantite
Sebbene la cura della perimplantite adotti metodiche e procedure simili a quelle per debellare la parodontite, è necessario fare alcune distinzioni poiché c’è una sostanziale differenza tra la superficie dei denti naturali (parliamo della radice del dente quindi del cemento radicolare) e quella degli impianti dentali in titanio osteointegrati.
Pur svolgendo la stessa funzoine, la superficie del dente naturale si comporta in maniera diversa da quella di un impianto inserito nell’osso mascellare.
Sembra un controsenso ma l’impianto è molto più sensibile all’igiene orale rispetto al cemento radicolare.
Radice di un dente naturale
La parte del dente naturale al di sotto delle gengive ed immersa nell’osso mascellare è chiamata radice e la sua superficie è detta cemento radicolare.
I denti sono mantenuti in sede (all’interno dell’osso) dal legamento parodontale che parte dall’osso e finisce nel cemento della radice del dente.
La parodontite attacca prima la gengiva, poi i tessuti parodontali (legamento e mucosa) ed infine l’osso provocando la caduta spontanea del dente stesso.
Superficie impianto dentale
L’impianto dentale è mantenuto stabile ed in posizione grazie alla sua stretta relazione con l’osso con il quale, dopo il periodo di osteointegrazione, tende a diventare un tutt’uno.
Non esiste nessun legamento parodontale, ne naturale ne artificiale. Inoltre, la superficie dell’impianto è molto più delicata di quanto non sia quella dei denti.
A complicare le cose ci pensa la morfologia della superficie implantare che non è liscia come si potrebbe essere portati a pensare bensì porosa.
Se da una parte tale porosità facilita e fortifica l’osteointegrazione, dall’altra offre “riparo” ai batteri che causano l’infezione e la cura della perimplantite diventa più problematica.
Cura della perimplantite superficiale o mucosite
Prima che la patologia degeneri in perimplantite, i tessuti coinvolti, infetti ed infiammati, sono quelli molli ovvero gengive e mucosa.
A questo stadio, la cura della perimplantite prevede manovre non chirurgiche di igiene orale professionale allo scopo di eliminare la placca che si è accumulata (anche sulla sovrastruttura anche detta protesi) ed i tessuti molli e duri dalla superficie dell’impianto dentale con l’utilizzo di scalers e lavaggi a base di clorexidina. Per debellare l’infezione può essere utile un supporto antibiotico che deve essere valutato e prescritto dal medico.
Per contenere e eliminare progressivamente l’infiammazione, si sono rivelati utili anche i seguenti metodi:
- Sciacqui con acqua tiepida e sale;
- Acido citrico;
- Perossido di idrogeno.
Cura della perimplantite conclamata
La cura della perimplantite conclamata (ovvero quando l’infezione ha superato i tessuti molli e si appresta ad attaccare l’osso o lo ha già fatto) è di stretta pertinenza del dentista che non può fare altro che ricorrere alla chirurgia orale per raggiungere le parti colpite, asportare il materiale biologico infetto e decontaminare la superficie dell’impianto dentale.
La ricerca da parte dei produttori di strumentazione chirurgica ed odontoiatrica permette oggi ai dentisti di avvalersi di nuovi strumenti appositamente realizzati per aumentare l’efficacia del tarttamento contro la perimplantite.
In particolare vanno citati i seguenti:
Laser
Il laser per la cura della perimplantite è oggi assai utilizzato per decontaminare le superfici implantari con grande soddisfazione sia dei dentisti che dei pazienti
Rimozione meccanica
Detto in questo modo non significa un gran che per i non addetti ai lavori; in altre parole, esistono sul mercato degli strumenti come iBrush (nome commerciale) che, collegati alla al trapano a turbina del dentista, permettono la rimozione meccanica (non manuale come con lo scaler) di placca e tartaro dalla superficie dell’impianto dentale senza però danneggiarlo.
Conclusioni
Come abbiamo visto, la cura della perimplantite può rivelarsi molto invasiva e costosa; è quindi preferibile prestare molta attenzione all’igiene orale quotidiana e sottoporsi periodicamente alla pulizia denti dal dentista poiché solo in questo modo il medico o l’igienista sono in grado di diagnosticare piccoli problemi che, se non curati tempestivamente, possono trasformarsi in un vero calvario.